Sabato 31 Marzo e Domenica 1 Aprile 2012 h.21

“Agnese di Dio”

Teatro H.O.P Altrove

Per la rassegna Lilith-Theatre: Una proposta di Officine Papage

Agnese di Dio, di John Pielmeier, traduzione di Flavia Tolnay.
Con Ilaria Pardini, Cristina Cavalli, Lucilla Tempesti. Regia: Andrea
Narsi. Da un’idea di Luca Elmi. Costumi: Luisa Orlotti, Lilla Caprì.
Foto di scena: Fernanda Bareggi.
Una produzione di Officine Papage.
Serata a cura di Lilith Associazione Culturale.

Va in scena sabato 31 marzo e domenica 1 aprile al Teatro Hop Altrove di Piazzetta Cambiaso lo spettacolo Agnese di Dio, una produzione di Officine Papage, pluripremiata compagnia formata da artisti provenienti dall’Accademia d’Arte Drammatica del Teatro Stabile di Genova e da operatori pedagogico teatrali di decennale esperienza.

A Montréal una giovane suora, di nome Agnese, partorisce nella cella di un convento un neonato, ritrovato poco dopo strangolato nel cestino della carta straccia. La giovane dichiara di non ricordare né il
concepimento, né la gravidanza, né il parto.Accusata di omicidio colposo, viene portata in giudizio. A una psichiatra, la dottoressa Martha Livingstone, il tribunale affida il compito di verificare la sussistenza degli estremi per chiedere l’infermità mentale. Nella sua ricerca della verità, la psichiatra si scontra con Madre Miriam Ruth, responsabile del convento dove suor Agnese vive. Le due donne, la psichiatra e la madre superiora, si trovano di fronte al mistero di Agnese. Una ragazza con un passato fatto di traumi e privazioni; e un presente che parla di miracoli. La dottoressa Martha Livingstone cerca risposte. Madre Miriam Ruth non vuole domande. Rimarranno entrambe insoddisfatte. Tre attrici in scena, tre donne che raccontano vite, emozioni, strade diverse, e che si incontrano per una breve parte della loro esistenza, vicine e insieme distanti. A distanza di anni e dopo aver ispirato un celebre film con Anne Bancroft, Jane Fonda e Meg Tilly, il testo di John Pielmeier non ha perso attualità, anche perché Agnese di Dio è una vicenda che ha tutte le caratteristiche e il fascino dei grandi gialli: mano a mano che la storia si dipana i temi vengono sviscerati con naturalezza e maestria, pronti per essere raccolti dal pubblico. Si legge nelle note di regia: “Negli ultimi cinquant’anni un solco profondo è stato tracciato tra fede e ragione: un solco che nella vita di ogni singolo uomo può diventare un filo sottile. Credere o capire sono due lati della stessa moneta con cui difficilmente si può comprare la verità”. La valenza dei miracoli (credere o dubitare), la forza della scienza (che dà risposte ma crea nuove domande), la forza della ragione e quella del mistero sono alcuni dei temi portanti del testo. I tre personaggi sono altrettante declinazioni di una femminilità che si misura nella quotidianità, e che fatica a comprendere la sua complessità e il suo mistero. Madre
Miriam Ruth, una donna che ha vissuto la vita in tutte le sue sfaccettature (moglie, madre, lavoratrice) e ha scelto la fede divenendo madre superiora, e Martha Livingstone, una psicologa con una formazione cattolica che ha ripudiato, sono le splendide figure che si contrappongono sulla scena. Difficilmente si può rimanere distaccati di fronte al conflitto e alla complicità che si crea tra le protagoniste. Al di sopra di tutto si staglia la figura di Agnese che assume connotati differenti secondo l’angolazione dalla quale si guarda: santa, carnefice, vittima, divinità. Durante lo spettacolo impariamo a conoscerle: Agnese, una ragazza che ha vissuto una vita semplice, dura, e che porta con sé un miracolo incapace di esseresvelato; Martha Livingstone, psichiatra, atea, lottatrice, che di fronte ad Agnese si riscopre sorella, figlia, e donna. Madre Miriam Ruth, una fede che diventa senso della vita quando gli altri sensihanno perso forza, una devozione per Agnese che nasconde dinamiche familiari tutt’altro che onorevoli. Alle spalle delle tre protagoniste, si scoprono altre donne, altre famiglie, altri lutti e dolori. E poi, la fede, grande filo conduttore di questo spettacolo, sentito, rifiutato, manipolato, un filo su cui le tre donne si incontrano come fosse l’unico terreno di dialogo, mentre intorno si svolge il dramma di una madre accusata di aver ucciso il proprio figlio, di una donna forse violentata, forse posseduta, forse illuminata. E quando la vicenda pare dipanarsi, finisce invece col dare qualche risposta e col creare nuove domande, lasciando le tre donne sole di fronte al proprio destino. Uno spettacolo intenso, che sa essere profondo, leggero, emozionante e risponde pienamente alla volontà dichiarata della compagnia delle Officine Papage di porsi “al servizio dello sviluppo sostenibile e delle urgenze della collettività”, attraverso un Teatro di parola che coniuga qualità artistica e intrattenimento, lavoro d’attore e impegno civile.

Ingresso 15€, comprensivi di consumazione al bar del teatro.
Per info, prenotazioni:
mail info@lilithassociazioneculturale.it

Servizio ristorante su prenotazione dalle 19 alle 21. Per prenotazioni
ristorante: tel. 348 9124204.

www.lilithassociazioneculturale.it
www.officinepapage.it